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PROTEZIONE DAL RADON

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PROTEZIONE DAL RADON

 

Il Radon è un gas invisibile, inodore e radioattivo di origine naturale. Si origina nel sottosuolo grazie ad una serie di decadimenti nucleari dell’Uranio, elemento presente nella crosta terrestre e riesce a risalire in superficie arrivando al livello del suolo ed entrando negli edifici dove, accumulandosi, può diventare estremamente pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa possono danneggiare il DNA delle cellule e causare cancro al polmone. Studi epidemiologici e ambientali hanno individuato nel Radon la seconda causa nella contrazione del tumore al polmone.

Alti livelli di Radon si registrano nei locali seminterrati e al piano terreno; la concentrazione decresce man mano che si sale ai piani superiori. È importante misurarne localmente la concentrazione, a causa dell’elevata variabilità delle concentrazioni di Radon da luogo a luogo.

Si misura la radioattività in Becquerel (Bq), dove un Bq corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione dell’aria è espressa in Bq/m3, indicando così il numero di trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria.

La principale novità introdotta dal D.Lgs. 101/2020, è la fissazione di un nuovo livello di riferimento che si applica ad esempio a tutte le attività lavorative svolte in ambienti sotterranei e nei luoghi di lavoro seminterrati. Il livello di riferimento massimo che gli Stati Membri stabiliscono per le concentrazioni medie annue di Radon nei luoghi di lavoro e di vita  è pari a 300 Bq/m3  e tale valore sostituisce il precedente limite fissato a 500 Bq/m3  dal D.Lgs. 241/2000.

Il D. Lgs 31/07/2020 n.101 impone al Datore di Lavoro la misura della concentrazione media annuale di Radon in tutti gli ambienti di lavoro sotterranei e la bonifica entro due anni qualora la concentrazione di attività sia superiore al livello di rifornimento di 300 Bq/m3 con misurazioni ripetute ogni 4 anni.

Il D.Lgs.101/2020 prevede che la misurazione del radon venga effettuata:

  • Nei luoghi di lavoro sotterranei;
  • Nei luoghi di lavoro semisotterranei o situati al piano terra localizzati nelle aree di cui le Regioni e le Province autonome stimano che la concentrazione media annua di attività di radon in aria superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici;
  • Nei luoghi di lavoro identificati nel Piano nazionale di azione per il radon che individua i criteri per la classificazione delle zone in cui si prevede che la concentrazione di radon, come media annua, superi il livello di riferimento nazionale in un numero significativo di edifici;
  • Negli stabilimenti termali.

Il medesimo decreto fissa anche limiti per le abitazioni pari a:

  • 300 Bq/m3 in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per le abitazioni esistenti;
  • 200 Bq/m3  in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

Infine occorre precisare che essendo la concentrazione del Radon di elevata variabilità, la misura deve essere effettuata per un intero anno ma è strettamente consigliabile, se possibile, suddividere l’analisi in due semestri corrispondenti al periodo caldo (primavera – estate) e freddo (autunno – inverno) o addirittura in trimestri anche per evitare interferenze sul dosimetro quale ad esempio la deposizione di eccesso di polvere.

 


 

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